giovedì 17 febbraio 2011

UNA MATTINA DI ORDINARIA FOLLIA







Eppure sembrava una giornata normale.......

Come ogni mattina mi reco al canile, tolgo il cappotto e prima di iniziare il giro di controllo e sfamare i numerosi ospiti del rifugio, ricordo di non aver acquistato le sigarette (è un vizio che non riesco a togliere), sbuffando indosso nuovamente il paltò ed esco a piedi  dirigendomi al bar tabacchi poco distante. 

Ad un tratto sento alle mie spalle la forte accelerazione di una macchina e un tonfo sordo, istintivamente mi giro  ma non vedo nulla, tranne l’auto che si allontana velocemente, continuo a camminare ma c’è qualcosa dentro di me che mi obbliga a fermarmi, mi giro di nuovo e torno indietro, esattamente nel punto in cui ho sentito il rumore sordo.

Fa particolarmente freddo, è prestissimo, c’è poca gente per strada, inizio a cercare  qualcosa..... non so esattamente cosa, ad un tratto scorgo tra due macchine parcheggiate un sacchetto di plastica, mi avvicino  lentamente e mi inchino …. il silenzio è totale,  forse per la mia innata curiosità o per una sorta di sesto senso, decido di toccare con la punta del piede il sacchetto.

Mi rendo conto che dentro non c’è immondizia, il cuore mi batte forte, so già cosa troverò.  Raccolgo il sacchetto da terra e lo appoggio delicatamente sul cofano della macchina, è chiuso con un doppio nodo, non riesco ad aprirlo, strappo la plastica mentre ansimo … il cuore mi si ferma per un attimo … all’interno c’è un cucciolo di cane con le zampette legate e un una bandana che chiude il musetto.

Velocemente lo libero dalla  striscia di stoffa, inizia a respirare meglio ma trema come una fogliolina, avvolgo il corpicino con la mia sciarpa ed inizio a correre come una pazza verso il canile, lo porto in ufficio... rabbia e tenerezza si mescolano. Lo libero anche della corda che trattiene le zampine e lo stringo a me cullandolo.  

Lentamente sento che non trema più, il musetto è appoggiato alla mia spalla, inizio a piangere silenziosamente mentre lo cullo  e gli carezzo la schiena, è scheletrico e mi rendo conto che c’è qualcosa che non va.

Chiamo il veterinario, malgrado l’ora è paziente e mi dice che da lì a poco mi raggiungerà per constatare le condizioni  del piccolo. Occhio e croce avrà un paio di mesi è uno  “scricciolo” con degli occhietti arguti.

Nell’attesa metto del latte in polvere in un biberon e lo allatto. Come sospettato, il veterinario  diagnostica una deformazione alla spina dorsale che lo porterà a zoppicare vistosamente per tutta la vita.

In quel preciso momento sento crescere dentro di me una furia incontenibile, come si può legare, chiudere in  un sacchetto, gettare in mezzo alla strada un cucciolo perché ha la sventura di essere nato con un difetto fisico? Con quale cuore ci si può guardare in viso senza sputarsi? Sarò cattiva ma auguro la stessa sorte all’autore del gesto con una sottile differenza che non scrivo per decenza, ma che è facilmente intuibile.

Per il momento  Tabacco (l’ho chiamato in questo modo, perché  solo grazie al mio vizio è vivo), rimarrà in canile per tutte le analisi e terapie necessarie  poi la mia collega lo adotterà. 

Nella disgrazia il piccolo Tabacco è stato fortunato, avrà una famiglia che si occuperà di lui e dimenticherà velocemente questa brutta esperienza, non diventerà un'altra “ anima invisibile” del canile.

Da parte mia, rimarrà la rabbia per non essere riuscita a focalizzare immediatamente la situazione e di non aver annotato mentalmente il numero di targa della bestiaccia che ha avuto il coraggio di macchiarsi di un gesto così vile.


 Silvia_60

1 commento:

  1. cosa dire? sappiamo che esistono Bestie del genere,risolvono il problema con un sachetto di plastica e un lancio in un fiume o nella migliore delle ipotesi in un cassonetto delle immondizie,e tutto questo per non essere responsabili di un loro errore nel non fare sterilizzare la cagnolina,viene da dubitare se noi abbiamo il diritto di fregiarsi del titolo di persone appartenenti a una societa civile,per fortuna che ci sono persone come la Silvia che si impegnano tutti i giorni perche la societa si possa ancora chiamare societa civile, sono persone che scarsamente vengono aiutate dalle istituzioni e che oltre al loro tempo inpiegano spesso e volentieri anche i loro soldini,se le istituzioni avessero più attenzioni a queste problematiche avrebbero sicuramente anche una societa più facilmente gestibile,e questo si potrebbe anche fare con poca spesa e con aiuti ai canili per la loro sopravvivenza, magari coinvolgendo le scuole elementari ad esempio ora che si avvicinano le passeggiate didattiche primaverili potrebbero inserire nei loro programmi delle visite ai canili per sensibilizzare i ragazzi al problema degli abbandoni con le loro conseguenze e insegnare loro il rispetto a qualunque essere vivente,solo cosi si potra avere una futura generazione meno incivile della nostra.Bruno

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