giovedì 6 gennaio 2011

Chi di noi non è rimasto incantato di fronte alle acrobazie dei delfini? Proviamo a chiederci cosa c’è dietro l’addestramento











Spesso mi  domando cosa ci sia di  fantastico  nello stare rinchiusi in un ambiente ristretto e privo di stimoli come la vasca di un delfinario,esibirsi più volte al giorno per compiacere il pubblico pagante e  troppo spesso ignaro.  La vita media  di un delfino nel suo habitat è di circa 40-45 anni , in cattività al massimo 7, i piccoli delfini nati hanno una mortalità altissima.
L’addestramento degli animali avviene prevalentemente con la privazione di cibo , per mantenere limpida l’acqua della vasca vengono impiegate sostanze chimiche che provocano irritazioni , dermatosi  e numerose altre implicazioni ai delfini,inoltre sono stati riscontrati disturbi comportamentali sfociati in aggressività verso i simili ,in virtù della segregazione forzata.
L’intelligenza dei delfini è nota, ma si tende a dimenticare la loro sofferenza,ricordate Flipper,  il delfino protagonista dei telefilm?


Nessuno o pochissimi sanno, che dopo il termine delle riprese fu rinchiuso in un delfinario e si lasciò morire inabissandosi nel fondo della vasca,scegliendo volontariamente di non respirare più,o che  spesso i delfini battono ripetutamente le testa al bordo vasca fino a “sfracassarsi” il cranio,potrei citare innumerevoli casi nei quali questi splendidi animali decidono la morte,ultimo e unico rimedio, alla prigionia forzata.



E allora mi domando: quando decidiamo di assistere ad uno spettacolo,sappiamo realmente che stiamo decretando la loro morte?

SILVIA_60

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